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full look GUCCI

Through time
w/ Santi Francesi

artist SANTI FRANCESI @santifrancesi represented by TAIGA @taiga_mgmt

photo ANDREA JEAN VARRAUD @vajjavajjav

art direction ALLEGRA CENI @allegraceni

styling MICHELE PREVISANI @michele_previsani

make up/hair ELEONORA MAROTTI @eleonoramarotti.mua MARIA SPADERA @mariaspaderamuah

photo assistant LUCIA ROMANELLO @luciaromss

text GIANFRANCO PETRIGLIERI @gian86indagram

models SARA @elitemodelworld DAPHNE and LEONIE @dmanagementgroup 

In conversazione con i Santi Francesi 

testo Gianfranco Petriglieri 

ITA

Dopo la vittoria all’ultima edizione di X Factor, l’ascesa dei Santi Francesi sembra inarrestabile: hanno pubblicato un acclamato Ep, girato l’Italia in tour e, in background, hanno continuato incessantemente a scrivere e a comporre nuova musica. Ma cosa succede quando ci si ferma? Quando si prende il tempo di realizzare e di riflettere?

Il loro nuovo singolo LA NOIA propone una lettura alternativa per una sensazione che connota i momenti di stallo e di pura perdita di tempo. Una percezione che Alessandro De Santis e Mario Francese conoscono molto bene: dagli anni trascorsi nella provincia piemontese ai riflettori del palco, hanno saputo trasformare i momenti di monotonia in forza ispiratrice e creativa per la loro musica. Con il loro nuovo brano, ci spingono a domandarci: dobbiamo solo avere paura della noia?

Durante la nostra chiacchierata il duo ci spiega il valore che assume per loro il tempo: in un momento storico dove sembra sempre più scarseggiare e diventare materia rara, ci conducono alla scoperta del valore degli attimi di pausa e di una vita lenta e della grande possibilità di sorprendersi ancora, nonostante tutto.

 

Partiamo dal testo della vostra canzone Spaccio e vi chiedo, il vostro primo concerto rock?

ALESSANDRO  In realtà di concerti rock ne ho visti moltissimi: anche quando ero piccolo, ma di cui non ho grandi memorie. Come primo concerto, per cui ricordo di aver pagato il biglietto, posso considerare quello di Slash al Pala Alpitour di Torino, quando avevo 14 anni. Quello è stato il mio primo vero concerto rock. Spaccio, in particolare, parla di un concerto visto all’Apolide di Vialfrè - quando era ancora chiamato Apolide Rock Free Festival - dei Fask (Fast Animal and Slow Kids, ndr) che posso considerare come un momento che ha svoltato la mia concezione della musica.

MARIO  Ho iniziato relativamente tardi ad andare ai concerti, specialmente ai festival che mi piacciono molto. Anche per me, uno dei primi concerti rock, degni di questo nome, è stato uno dei Fask: c’erano anche altri artisti, ma loro mi hanno colpito molto. Per il loro muro sonoro e per il modo di prendersi il palco e di emozionare: è stato incredibile.

 

Quando Alessandro e Mario capiscono che la musica è la loro strada.

A L’ho capito relativamente presto. Sono salito su un palco per la prima volta a 13 anni: lì ho compreso che quello sarebbe stato il mio unico posto e da quel momento il mio unico obiettivo. Mi reputo molto fortunato ad averlo intuito così presto perché mi ha permesso di potermi concentrare su tutto questo.

M Per me è stato invece un processo non immediato: fin dal liceo ho percepito che la musica in qualsiasi forma dovesse far parte della mia vita. Il momento in cui ho capito che sarebbe stato il mio lavoro, la mia occupazione principale, è stato quando abbiamo aperto nel 2016 per i concerti di Ligabue. In quel momento, salire sopra quel palco a un'età così giovane, avevo 18 anni, mi ha fatto sentire delle emozioni e sensazioni stranissime: non volevo più scendere dal palco quando abbiamo finito di suonare. Li ho realizzato che doveva essere la mia vita.

 

Nella vostra biografia su Spotify vi definite “con uno sguardo in perenne oscillazione tra lo slancio vitale collettivo e la necessità di autoisolamento”. Me lo spiegate?

A Siamo persone molto introverse, ci piace stare da soli, ci piace il silenzio. Amiamo molto la quiete. Abbiamo un rapporto molto particolare con la musica. Dall’altra parte, c’è il risvolto della medaglia: nonostante questa ricerca del silenzio, infatti, la musica, il trovarsi live e il desiderio di lanciarsi in un bagno di folla ci tiene costantemente in vita. Proviamo entrambe le sensazioni in momenti alterni.

 

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Alessandro in FERRAGAMO

Mario in ROBERTO CAVALLI

models in ANTONIO MARRAS

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full looks ANTONIO MARRAS

 

Secondo voi la noia ha necessariamente una connotazione negativa?

A Assolutamente no e questa canzone vuole essere un passo per spiegare questa cosa. Non diamo alla noia una vera e propria connotazione, la viviamo per quella che è: con i suoi pro e i suoi contro.

 

La noia è solo un momento morto, di stallo o può trasformarsi, secondo voi, in un motore generatore di idee? nel secondo caso, come.

A Per noi funziona proprio come un motore: per chi è nato in provincia - come me e Mario - l’annoiarsi, lo stare fermi ti spinge a fare qualcosa. D’altro canto, in un momento storico come questo, quando siamo sempre online e in contatto con le altre persone, quei momenti di noia, di silenzio e di vuoto, sono un modo per trovare in maniera sincera la meraviglia. Non c’è nessun altro testimone per quello che sta succedendo dentro di te: la trovo una qualità della noia incredibile

 

Esiste un aspetto che definireste “noioso” nell’essere musicista?

A In realtà, no. Anche adesso che stiamo vivendo la musica come un mestiere mi sto rendendo conto che non c’è. Io che sono una persona che ad un certo punto trova tutto pregno di noia: sono uno che si annoia molto facilmente. Devo dire che invece la musica è uno dei pochi aspetti della vita in cui ciò non accade: non c’è mai un sentimento di fatica, di disagio. Quando stiamo facendo musica, anche se c’è un momento di silenzio, di vuoto anche lungo, è più ricerca che noia.

 

Che rapporto avete con il tempo? La fama, la visibilità che avete raggiunto hanno cambiato questo rapporto?

M La fama non è che abbia cambiato qualcosa. Piuttosto è tutto quello che la vittoria e questo tipo di carriera comportano: tante cose da fare, tanti impegni che naturalmente siamo ben felici di onorare, ma ovviamente subito dopo abbiamo perso la cognizione del tempo. Hai presente la sensazione quando non ricordi che giorno è e ti ritrovi un po’ perso? Per quanto riguarda me, ora sta vincendo l’organizzazione in vista degli impegni estivi: devi per forza essere sul pezzo. Anche se secondo me è molto bello ogni tanto perdersi e non pensare al tempo che passa e al futuro. Pensarci troppo fa male ed è corretto, secondo me, lasciarsi trasportare ogni tanto.

 

Riassumete in uno stato d’animo questo momento.

A Eccitazione: abbiamo un pezzo nuovo, il tour estivo. non vediamo l’ora di far ascoltare nuova musica e di incontrare nuovamente il nostro pubblico questa estate.

 

Ora sogniamo in grande, un artista con cui vi piacerebbe condividere il palco un giorno?

M Sognando in grande, in grande (cosa che non accadrà mai…) credo di poter condividere con Alessandro, la nostra passione per i Twenty One Pilots, un duo statunitense che ci piace molto e che ci accompagna in quasi ogni nostra giornata: sarebbe una cosa assurda se succedesse!

 

Cosa ci sarà nell’estate dei Santi Francesi?

A Ci sarà un tour, abbastanza corposo. Partirà il 2 luglio da Giovinazzo e fino al 20 settembre saremo in giro per i maggiori festival italiani. Il calendario è in costante aggiornamento. E poi scriveremo: saremo costantemente in studio con l’idea di scrivere cose nuove e farle ascoltare il prima possibile.

Lo scorso dicembre è uscito il vostro Ep in fieri e da poco avete annunciato le tappe del vostro Tour estivo. In questi mesi a quali progetti vi siete dedicati.

M Dall’inizio del 2023 sono cambiate molte cose, rispetto agli anni passati. Abbiamo l’opportunità di fare questo lavoro ogni giorno, di vivere di musica. Le emozioni sono molte: abbiamo conosciuto tante persone - musicisti e non - abbiamo la possibilità di dedicarci a pieno e in maniera attiva alla musica. Dal tour di gennaio, che è andato benissimo, continuiamo a scrivere e in questo momento ci stiamo dedicando ad arrangiare il live per il tour estivo, per fare delle modifiche. Ci piace offrire qualcosa di diverso: in ogni live vogliamo cambiare anche qualcosa di piccolo che possa dare qualcosa di più alle persone. Per noi che non siamo molto attivi sui social, la dimensione del live è molto importante: è il momento in cui ci facciamo conoscere dal pubblico e dai nostri fan. È fondamentale per noi garantire una vera e propria esperienza, non solo un’esibizione in cui ci sentono cantare.

 

Aspettative attese e inattese.

A Cerchiamo di avere meno aspettative possibili: viviamo alla giornata, al momento, senza chiederci che cosa verrà dopo. Chiaro che è necessario pianificare: ora stiamo lavorando per fare ascoltare quanto prima la nostra musica al più vasto pubblico possibile, dal vivo. Ci aspettiamo di trovare tanta gente sotto al palco e di divertirci come durante il tour invernale.

 

Il vostro nuovo singolo, appena uscito, si chiama LA NOIA. Mi raccontate il background della canzone? Come è nata?

M Il singolo nasce a partire da una produzione un po’ vecchia, di circa un annetto fa, che già era nel mio computer: era solo un pezzo strumentale, senza testo. Come spesso accade con i nostri brani, riapriamo dei progetti casualmente e sentiamo delle cose che prima non percepivamo. L’abbiamo conclusa in pochi giorni e dopo un passaggio in studio con Dade che ha prodotto gran parte dei nostri pezzi, è uscito questo singolo.

 

Ditemi la vostra strofa preferita del brano. Perché?

A Nel ritornello “Questo è il frutto del nostro silenzio”: è il punto della canzone che mi fa sentire più sincero. Mi fa sembrare di dire completamente la verità a chi mi sta ascoltando. Non c’è niente di più vero di quella frase del ritornello: tutto quello che ascoltate è il frutto del nostro silenzio, della nostra pace e della nostra quiete.

M Io sono fan delle seconde strofe, per cui la seconda, perché descrive in maniera molto semplice e banale la volontà di cercare di stupirsi di fronte alle cose e agli attimi più scontati. Dobbiamo trovare il momento e il coraggio per stupirci e per meravigliarci.

 

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Santi Francesi in GUCCI

models in ANTONIO MARRAS

ENG SANTI

ENG

Through time w/ Santi Francesi

In conversation with Santi Francesi - text Gianfranco Petriglieri 

 

After the victory of the last edition of X Factor, the ascent of Santi Francesi seems to be unstoppable: they have published an acclaimed EP, turned Italy on tour and, in the background, they have incessantly continued to write and create new music. But, what does it happen when we stop and when we take our time to think?

Their new single LA NOIA offers an alternative reading for a sensation that connotes moments of stalemate and pure waste of time. A perception that Alessandro De Santis and Mario Francese know very well: from the years spent in the Piedmontese suburbs to the limelight of the stage, they have been able to transform the moments of doing nothing into an inspiring and creative force for their music. They lead us to ask ourselves: should we just be afraid of boredom?

During our chat, the duo introduces us to the value that time assumes for them: in a historical moment where it seems increasingly scarce and becomes a rare material, they lead us to discover the value of moments of pause and a slow life and the possibility of being surprised again, despite everything.

 

 

Let's start from the lyrics of your song Spaccio. Do you remember your first rock concert?

ALESSANDRO  Actually I've seen a lot of rock concerts even when I was a little boy, but I don't have great memories. As my first concert, for which I remember paying the ticket, I can consider Slash's live performance at the Pala Alpitour in Turin, when I was 14 years old.

Spaccio, in particular, talks about a concert I saw at the Apolide in Vialfrè - when it was still called Apolide Rock Free Festival - by Fask (Fast Animal and Slow Kids) which I can consider as a moment that changed my conception of music.

MARIO  I started going to concerts relatively late, especially to festivals that I really like. For me too, one of the first rock concerts, worthy of the name, was one of Fask: there were other artists too at that gig, but they really impressed me. For their wall of sound and for the way they took the stage and moved: it was incredible.

 

When Alessandro and Mario understand that music is their way.

A I understood it relatively early. I went on stage for the first time at the age of 13: there I realized that that would be my only place and from that moment on my only goal. I consider myself very lucky to have understood it so early because it allowed me to be able to concentrate on all of this.

M For me, however, it was not an immediate process: since high school I have perceived that music in any form should be part of my life. The moment I realized that it would be my job, my main occupation was when we opened for the Ligabue concerts in 2016. At that moment, getting on that stage at such a young age, I was 18, I felt very strange emotions and sensations: I didn't want to get off the stage anymore when we finished playing. There I understood that it had to be my life.

 

In your biography on Spotify you define yourself "with a gaze in constant oscillation between the collective vital impulse and the need for self-isolation".

A We are very introverted people, we like being alone, we like silence. We love the quiet very much. We have a very special relationship with music. On the other hand, there is the flip side of the coin: despite seeking isolation, the music, the live dimension and the desire to jump into the crowds keep us constantly alive. We experience both sensations on and off.

 

Your Ep in Fieri was released last December and you recently announced your summer tour. In these months, what projects have you dedicated yourself to?

M Many things have changed since the beginning of 2023. Compared to past years we have the opportunity to do this every day, to live on music. There are many emotions: we have met so many people - musicians and non-musicians - we have the possibility to dedicate ourselves fully and actively to music. Since our winter tour, which went very well, we continue to write and right now we are dedicating ourselves to arranging the live for the summer tour, to make some changes. We like to offer something different: in every live show we want to change even something small that can offer people more. For us, who are not very active on social media, the live dimension is very important: it is the moment in which we keep in touch with the public and our fans. It is important for us to offer a real experience.

 

Expected and unexpected expectations.

A We try to have as few expectations as possible: we live day by day, in the moment, without asking ourselves what will come next. Clearly planning is necessary: we are now working to get our music heard live as soon as possible by the widest possible audience. We expect to find many people under the stage and to have as much fun as during the winter tour.

 

Your new single, just released, is called LA NOIA. Can you tell me the background of the song? How was it born?

M The single was born from a slightly old production, from about a year ago, which was already on my computer. It was just an instrumental piece, without lyrics. As often happens with our tracks, we reopen projects by chance and hear things we didn't perceive before. We finished it in a few days and with the help of Dade, who produced most of our songs, the single was released.

 

Tell me your favorite verse of the song. Why?

A In the refrain " Questo è il frutto del nostro silenzio” (This is the fruit of our silence). It is the point of the song that makes me feel more honest. It makes me feel like I'm completely telling the truth to anyone listening to me. There is nothing truer than that phrase in the refrain: everything you hear is the fruit of our silence, our peace and our stillness.

M I'm a big fan of the second verse in general, so the second one, because it describes in a very simple and banal way the will to try to be amazed in front of the most obvious things and moments. We must find the moment and the courage to marvel.

 

Do you think boredom necessarily has a negative connotation?

A Absolutely not and this song wants to be a step to explain this thing. We don't give boredom a real connotation. we live it for what it is; with its positive and negative aspects.

 

Is boredom just a dead moment, a stalemate or can it be transformed, in your opinion, into an engine that generates ideas?

A For us it works just like an engine: for those born in the suburbs - like Mario and me - being bored, standing still pushes you to do something. On the other hand, in a historic moment like this, when we are always online and in contact with other people, those moments of boredom, silence and emptiness are a way to sincerely find wonder. There is no other witness to what is going on inside you - I find that an amazing quality of boredom

 

Is there an aspect that you would define as “boring” in being a musician?

A Actually, no. Even now that we're experiencing music as a profession, I'm realizing that it doesn't exist. I am a person who at a certain point finds everything full of boredom: I get bored very easily, but I have to say that music is one of the few aspects of life where this doesn't happen. I never feel fatigue or discomfort. When we are making music, even if there is a moment of silence, of emptiness - even for a long time - it is more research than boredom.

 

What relationship do you have with time? Has the fame changed this relationship?

M Fame hasn't changed anything. Rather it's all that victory and this type of career entails: so many things to do, so many commitments that of course we are happy to honor, but obviously immediately after the victory it made us lose track of time. You know the feeling when you can't remember what day it is and you find yourself a little lost? As for me, now the organization in view of the summer commitments is winning because you have to be on track. Although in my opinion it's very nice to get lost every now and then and not think about the passing of time and the future. Thinking about it too much hurts and it is correct, in my opinion, to get carried away once in a while.

 

Summarize this moment in a mood.

A Excitement: we have a new single out and the upcoming summer tour. We can't wait to play new music and meet our audience again this summer.

 

Now let's dream big: an artist you would like to share the stage with one day?

M Dreaming big, big (but I Know it will never happen…) I think I can share with Alessandro our passion for Twenty One Pilots, a USA duo that we really like and that accompanies us almost every day: it would be absurd if that happens!

 

What will be in the summer of Santi Francesi?

A There will be a tour, quite substantial. It will start on 2nd July from Giovinazzo and until September 20 we will be around the major Italian festivals. The calendar is constantly updated. And then we will write: we will be constantly in the studio with the idea of writing new things and making them listen to our fans as soon as possible.

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